Antindividualistica,
la concezione fascista per lo Stato; ed è per l'individuo in
quanto esso coincide con lo Stato, coscienza e volontà universale
dell'uomo nella sua esistenza storica. (11)
E' contro il liberalismo classico, che sorse dal bisogno di reagire
all'assolutismo e ha esaurito la sua funzione storica da quando lo
Stato si è trasformato nella stessa coscienza e volontà
popolare. Il liberalismo negava lo Stato nell'interesse dell'individuo
particolare; il Fascismo riafferma lo Stato come realtà vera
dell'individuo. (12) E se la libertà
dev'essere l'attributo dell'uomo reale, e non di quell'astratto fantoccio
a cui pensava il liberalismo individualistico, il Fascismo è
per la libertà. E' per la sola libertà che possa essere
una cosa seria, la libertà dello Stato e individuo nello Stato.
(13) Giacché, per il fascista,
tutto è nello Stato, e nulla di umano o spirituale esiste;
e tanto meno ha valore, fuori dello Stato. In tal senso il Fascismo
è totalitario, e lo Stato fascista, sintesi e unità
di ogni valore, interpreta, sviluppa e potenzia tutta la vita del
popolo. (14) |
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(11)
Siamo
i primi ad avere affermato, di fronte all'individualismo demoliberale,
che l'individuo non esiste, se non in quanto è nello Stato
e subordinato alle necessità dello Stato, e che man mano che
la civiltà assume forme sempre più complesse, la libertà
dell'individuo sempre pia si restringe. [S. E D.: 1929; vol. VII,
pa-gina 147.] Il senso dello Stato grandeggia nella coscienza degli
italiani, i quali sentono che solo lo Stato è la insostituibile
garanzia della loro unità e della loro indipendenza; che solo
lo Stato rappresenta la continuità nell'avvenire della loro
stirpe e della loro storia! Se negli ottanta anni trascorsi abbiamo
realizzato dei progressi così Imponenti, voi pensate e potete
supporre e prevedere che nei prossimi cinquanta od ottanta anni il
cammino dell'Italia, di questa Italia che noi sentiamo così
potente, così percorsa da linfe vitali, sarà veramente
grandioso specialmente se durerà la concordia di tutti i cittadini,
se lo Stato continuerà ad essere l'arbitro nelle contese politiche
e sociali, se tutto sarà nello Stato e niente fuori dello Stato,
perché oggi non si concepisce un individuo fuori dello Stato
se non sia l'individuo selvaggio che non può rivendicare per
sé che la solitudine e la sabbia del deserto. Il Fascismo ha
restituito allo Stato la sua attività sovrana rivendicandone,
contro tutti i particolarismi dl classe e di categoria, l'assoluto
valore etico; ha restituito al governo dallo Stato, ridotto a strumento
esecutivo dell'assemblea elettiva, la sua dignità di rappresentante
della personalità dello Stato e la pienezza della sua potestà
della sua potestà di imperio; ha sottratto l'amministrazione
alle pressioni di tutte le faziosità e di tutti gli interessi.
(12) Non
si pensi di negare il carattere morale dello Stato la fascista, perché
io mi vergognerei di parlare da questa tribuna se non sentissi di
rappresentare la storia morale e spirituale dello Stato. Che cosa
sarebbe lo Stato se non avesse un suo spirito, una sua morale, che
quella che dà la forza alle sue leggi, e per la quale esso
riesce farsi ubbidire dai cittadini?
Lo Stato fascista rivendica
in pieno il suo carattere eticità: cattolico, ma fascista,
anzi soprattutto, esclusivamente, essenzialmente fascista. Il Cattolicismo
lo integra, e noi lo dichia-riamo apertamente, ma nessuno pensi, sotto
la specie filosofica e metafisica, di cambiarci le carte in tavola.
Uno stato che è conscio della sua missione e che rappresenta
un popolo che cammina, uno Stato che trasforma questo popolo continuamente
anche nel suo aspetto fisico. A questo popolo lo Stato deve dire delle
grandi parole, agitare delle grandi idee e dei grandi problemi non
fare soltanto dell'ordinaria amministrazione.
(13) Il
concetto di libertà non è assoluto perché nella
vita nulla a vi è di assoluto. La libertà non è
un diritto, è un dovere. Non è una elargizione: è
una conquista; non è un'eguaglianza: è un privilegio.
Il concetto di libertà muta col passare del tempo. C'è
una libertà in tempo di pace che non è più la
libertà in tempo di guerra. C'è una libertà in
tempo di ricchezza che non può essere concessa in tempo di
miseria. ... nel nostro Stato la libertà all'individuo non
manca. Egli la possiede più che l'uomo isolato: poiché
lo Stato lo protegge, egli è una parte dello Stato. L'uomo
isolato invece resta indifeso.
(14) Oggi
preannunziamo al mondo la creazione del potente Stato unitario italiano,
dall'Alpi alla Sicilia, e questo Stato si esprime in una democrazia
accentrata, organizzata, unitaria, nella quale democrazia il popolo
circola a suo agio, perché, o signori, o voi immettete il popolo
nella cittadella dello Stato, ed egli la difenderà, o sarà
al di fuori, ed egli l'assalterà. Nel regime fascista l'unità
di tutte le classi, l'unità politica, sociale e morale del
popolo italiano si realizza nello Stato e soltanto nello Stato fascista.
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