Carta
del Lavoro
Emanata il 21 aprile 1927 dal Gran Consiglio del fascismo, era
costituita da trenta dichiarazioni programmatiche che sintetizzavano
i principi fondamentali dell'ordinamento sindacale-corporativo
fascista, fra i quali la preminenza degli interessi nazionali,
la creazione del sindacato unico, l'istituzione della magistratura
del lavoro. Nel 1928 la Carta del lavoro fu fonte di norme giuridiche
in base a due decreti che regolavano l'attività dei sindacati
e autorizzavano il governo a darle attuazione. Sebbene il sistema
corporativo preconizzato dalla Carta del lavoro fosse avviato
nel 1934, essa fu introdotta nel Codice civile solo nel 1941.
Fu abolita nel 1944.
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