Carta
di Verona
Programma, o "manifesto", discusso a Verona il 14 novembre
1943, durante il convegno del Partito Fascista Repubblicano, che
stabiliva in 18 punti le direttive strategiche del risorto Fascismo
Repubblicano, tra le quali la convocazione di un'assemblea costituente
che dichiarasse decaduta la monarchia, l'elezione per un lustro
del Capo dello Stato, la non obbligatorietà dell'iscrizione
al partito per le assunzioni, l'ammissione di altri culti oltre
a quello cattolico, che restava comunque la religione della Repubblica.
Gli ebrei venivano dichiarati stranieri e di nazionalità
nemica (la circolare governativa del 30 novembre ne avrebbe disposto
l'internamento). La Carta poneva inoltre l'accento sul programma
sociale del nuovo Stato. A suo fondamento era posto il lavoro,
la proprietà privata era riconosciuta e tutelata, purché
si equilibrasse con l' "interesse collettivo"; la "partecipazione
agli utili da parte dei lavoratori" era indicata come obbligo
delle aziende produttive.
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