Che
cosa
é questo fascismo, contro il quale si accaniscono invano
i nemici vecchi e nuovi? Che cosa é questo Fascismo le
cui gesta riempiono le cronache italiane? Sia concesso a noi,
che abbiamo l'orgoglio di aver lanciato nel mondo questa superba
creatura, piena di tutti gli impeti e gli ardori di una giovinezza
traboccante di vita; sia concesso a noi di rispondere a queste
domande. Il Fascismo é una grande mobilitazione di forze
materiali e morali. Che cosa si propone? Lo diciamo senza false
modestie: governare la Nazione. Con quale programma? Col programma
necessario ad assicurare la grandezza morale e materiale del popolo
italiano. Parliamo schietto: Non importa se il nostro programma
concreto, non é antitetico ed é piuttosto convergente
con quello dei socialisti, per tutto ciò che riguarda la
riorganizzazione tecnica, amministrativa e politica del nostro
Paese. Noi agitiamo dei valori morali e tradizionali che il socialismo
trascura o disprezza, ma soprattutto lo spirito fascista rifugge
da tutto ciò che é ipoteca arbitraria sul misterioso
futuro. Oggi si compiono i due anni dal giorno in cui sorsero
i Fasci italiani di Combattimento. Abbiamo appena il tempo di
evocare la data. La battaglia infuria dovunque. Le cronache sono
rosse o arrossate dal latin sangue gentile fascista. E poi, non
abbiamo la stoffa dei commemoratori. Camminiamo avanti e guardando
dinanzi a noi. E' il nostro stile. Siamo giovani, nati ieri e
non abbiamo storia. O ne abbiamo troppa. Ma non ci pesa. Non grava
sulle nostre anime il passato, perché il tumultuoso presente
c'incalza verso l'avvenire. Non eravamo in molti, nella sala di
Piazza San Sepolcro due anni fa, quando gettammo le prime basi
della nostra costruzione ideale. Un centinaio forse. Io stesso
non mi cullavo in illusioni eccessive. Mi contentavo di costituire,
in prosieguo di tempo, un centinaio di Fasci nelle principali
città d'Italia. Il Fascismo non aveva molti numeri per
conseguire un successo di adesioni e di popolarità. Si
chiamava di "combattimento" e questa parola, dopo quaranta
mesi di guerra, suonava ingrata alle orecchie di molta gente;
partiva in lotta contro il rinunciatarismo, il che alienava al
fascismo le simpatie di coloro che fanno dell' "imperialismo"
per tutti i popoli, salvo che per quello italiano; rivendicava
la necessità dell'intervento in guerra e la grandezza della
vittoria, la qual cosa urtava i nervi di quelli che intendevano
superate le storiche differenze di neutralismo e interventismo,
finalmente scendeva in campo apertamente contro la demagogia socialista
che consigliava tutti i malcontenti delle classi medie ed esasperava,
nell'assurda aspettazione del paradiso russo, tutti i fanatismi
politici e le miserie morali del proletariato. Dopo due anni di
lotte, varie e tempestose vicende, gettiamo uno sgurado sulla
strada percorsa; il punto di partenza ci appare straordinariamente
lontano. Il Fascismo dopo essersi affermato trionfalmente nelle
grandi città, dilaga, straripa nei piccoli paesi e sin
nelle più remote campagne.. Due anni! rapida successione
di eventi! Tumulto e passare di uomini! Giornate grigie e giornate
di sole. Giornate di lutto e giornate di trionfo. Sordo rintocco
di campane funebri; squillore gioioso di fanfare all'attacco.
Fra poco il Fascismo dominerà la situazione. Nell' annuale
della fondazione, inchiniamoci dinanzi ai morti e salutiamo in
piedi i vivi che si raccolgono a fiumane attorno alle nostre bandiere.
E' la migliore gioventù d'Italia, la più sana, la
più ardimentosa. Intanto, dietro le armature possenti,
tutto il cantiere fascista é all'opera. Chi porta le pietre,
chi le depone, chi dirige e traccia i piani. Avanti, Fascisti!
Tra poco saremo una cosa sola! Fascismo e Italia!
( Benito Mussolini, Diario della volontà, 23 marzo 1921
).
"Io riconosco e mi vanto di possedere uno spirito nobile
ed alacre: e aggiungo che il giorno in cui non mi sentissi più
stimolato da questa inquietudine mi riterrei diminuito e liquidato.
Io non mi "adagio" mai in nessuna posizione; non mi
siedo non mi addormento sul già raggiunto; non sono un
impiegato tardo e marginatore di pratiche, ma un camminante che
non riconosce mai nella meta raggiunta, quella definitiva o suprema.
Ho l'orgoglio di aggiungere a questo quadro auto-biografico che
non mi mancano e volontà e tenacia. Sono trenta mesi oramai
che io, giorno per giorno, implacabilmente, ho tenuto fermo nella
battaglia contro le forze che minacciavano di rovina la Nazione.
Trenta mesi di duro lavoro, di quotidiano lavoro, alternato da
vittorie e da sconfitte; confortato talvolta da vasti consensi,
gelato talora da isolamenti improvvisi. E non ho mai piegato.
Sono infiniti i campi nei quali possiamo applicare le nostre energie.
Comprendo e compiango quelli che non sanno astrarre dai loro ambienti,
vi si inchiodono e non vedono altro, e non credono alla esistenza
di un più vasto e complesso e formidabile mondo. Sono i
riflessi del campanilismo, riflessi che sono estranei a noi, che
vogliamo sprovincializzare l'Italia e proiettarla come "entità
nazionale" , come blocco fuso oltre i mari e oltre le Alpi.
Ma l'uomo che ha fondato e diretto un movimento e gli ha dato
fior di energia, ha diritto di prescindere dalle analisi di mille
elementi locali per vedere il panorama politico e morale nella
sua antitesi; ha il diritto di vedere dall'alto di una montagna,
cioé da un ampio orizzonte, il panorama, che non é
di Bologna o di Venezia o di Cuneo, ma é italiano, ma é
europeo, ma é mondiale. "
(Benito Mussolini, 19 agosto 1921 - Diario della Volontà).
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