Parole
pronunciale in Roma il 4 novembre 1928
Una celebrazione come questa non ha bisogno, in verità,
di molte parole. Tuttavia ritengo che sia necessario riaffermare
dinanzi a voi, o camerati, e dinanzi al mondo, alcune verità
solari. La prima è questa: il Popolo italiano non ebbe
imposta la guerra da un'improvvisa aggressione; il Popolo italiano,
con le giornate di maggio, sempre più radiose nella memoria
volle deliberatamente la guerra; fu quindi un atto spontaneo della
sua consapevole volontà. Seconda verità non meno
solare: la guerra italiana è stata, specie nel primo periodo,
particolarmente dura e aspra. La documentazione è in queste
cifre terribili e sublimi: 600 mila morti, 400 mila tra mutilati
e invalidi, un milione di feriti. Si può quindi affermare
che ben due milioni d'Italiani, dico di Italiani, nati e vissuti
nella nostra Penisola, hanno versato il loro sangue per generare
la creatura che sorgeva dal loro sacrificio: la Nuova Italia.
Terza verità solare : la Vittoria è stata luminosamente
italiana. Combattenti! Già con la battaglia del giugno
fu stroncata, con ammissione degli stessi nemici la resistenza
dell'Impero asburgico; e se è vero che gli Alleati mandarono
alcune Divisioni, è altrettanto vero che, nel maggio del
1915, noi demmo agli Alleati un esercito intero. Quarta verità,
più solare che mai: questa guerra, che è stata la
prima e forse l'unica nella storia sino ad oggi, alla quale ha
partecipato tutto il popolo italiano, ha rivelato di quale tempra
siano i combattenti. Vi sono pagine di eroismo incomparabile,
pagine di eroismo leggendario, tanto nella guerra terrestre quanto
nella guerra del mare e nella guerra del cielo. Dopo la grande
Vittoria ci fu un periodo di incertezza che ci ha fatto molto
soffrire ; ma, quinta e ultima verità: a un certo momento
un manipolo di uomini che venivano dalla trincea riprese nel pugno
il vessillo della Vittoria, e la Vittoria, nell'ottobre 1922,
fu riscattata e per sempre. Camerati! La portata storica e rivoluzionaria
della guerra e della Rivoluzione delle Camicie nere sta in ciò:
che finalmente dalle Alpi alla Sicilia c'è un solo popolo
unito, concorde, disciplinato, deciso a fare la grandezza, la
potenza della Patria. Camerati, il mio discorso si conclude con
una domanda; ma prima di rispondere, pensate che il grande Re,
il Padre della Patria vi guarda, e il Fante Ignoto vi ascolta
: se sarà necessario, farete domani quello che avete fatto,
che facemmo ieri ? -Sì. Allora portate l'eco di questo
solenne giuramento in ogni angolo della Patria: Viva l'Italia!
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