DISCORSO DEL
19 settembre 1938
Quarto discorso pronunciato a Trieste

È questa, o Triestini e Triestine, la quarta volta che ho la fortura, l'onore e la gioia di rivolgervi la parola. La prima fu nel dicembre del 1918, quando nell'aria della vostra città e nelle vostre anime c'era ancora, visibile e sensibile, la vibrazione del grande evento che si era compiuto con la Vittoria. Tornai nel 1920 e nel 1921, quando eravamo tormentati dalle questioni di una pace mediocre e, per alcuni aspetti, storta, mentre lo squadrismo triestino ripuliva energicamente ed eroicamente la vostra città dai molti, dai troppi reliquati dell'antico regime. Dopo molti anni torno fra voi e sin dal primo sguardo ho potuto riconoscere il grande, il poderoso balzo innanzi compiuto dalla vostra, dalla nostra Trieste. Non sono venuto tra voi per rialzare il vostro morale, così come gli stilopennivori d'oltre monte e d'oltre mare hanno scioccamente stampato. Non ne avete bisogno, perché il vostro morale fu sempre altissimo. Né sono venuto per sottolineare davanti agli Italiani gli interessi e i sentimenti della vostra città, perché gli Italiani, da parecchie generazioni, hanno il nome di Trieste nel cuore. Sono venuto per vedere ciò che avete fatto e per vedere altresì come sia possibile di bruciare rapidamente le tappe per giungere alla mèta. Sono venuto per ascoltarvi e per parlarvi. Non ci sono svolte particolari nella storia di Trieste che non siano svolte, fasi, cicli della comune storia della Patria. Quando, nel 1866, il giovane Regno d'Italia, alleato militarmente con la Prussia, fermò i suoi confini all'Judrio, sembrò ai superficiali che il destino di Trieste fosse sigillato. Sedici anni dopo, Trieste risponde col gesto di Oberdan, mentre l'irredentismo infiammava tutta la Gioventù italiana. Nel 1914 la duplice Monarchia getta i dadi, tenta la partita suprema: la perde. Quattro lunghi anni di attesa per voi, o Triestini, più lunghi del cinquantennio precedente. Viene la Vittoria. Voi siete ricongiunti politicamente all'Italia, dico politicamente, perché spiritualmente lo foste in ogni tempo. Liquidata questa posizione storica, il vostro retroterra imperiale era in frantumi; ma Trieste riprende animosamente la marcia con il suo spirito di iniziativa, con le sue tradizioni marinare, con la sua lunga preparazione. Ciò che ha fatto in questo ventennio, Italiani e stranieri possono constatare e devono ammirare. Vent'anni dopo, nel marzo del 1938, si compie un evento fatale, che si delineava già dal 1878, come voi ben sapete. Milioni di uomini lo hanno voluto, nessuno si è opposto. Trieste si trova di fronte ad una nuova situazione, ma Trieste è pronta ad affrontarla ed a superarla; Trieste sa che la geografia non è un'opinione e si vendica, a lungo andare, di coloro che tale la stimano. Trieste conta sulle sue forze, Trieste non può voltare, non volta, non volterà mai le spalle al suo mare. Triestini!

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