Discorso
per la prima grande adunata del popolo italiano
Camicie nere della Rivoluzione! Uomini e donne di tutta Italia!
Italiani sparsi nel mondo, oltre i monti e oltre i mari: ascoltate.
Un'ora solenne sta per scoccare nella storia della Patria. Venti
milioni di uomini occupano in questo momento le piazze di tutta
Italia. Mai si vide, nella storia del genere umano, spettacolo
più gigantesco. Venti milioni di uomini: un cuore solo,
una volontà sola, una decisione sola. La loro manifestazione
deve dimostrare, e dimostra al mondo, che Italia e Fascismo costituiscono
un'identità perfetta, assoluta, inalterabile. Possono credere
il contrario soltanto cervelli avvolti nelle nebbie delle più
stolte illusioni, o intorpiditi nella più crassa ignoranza
su uomini e cose d'Italia, di questa Italia 1935, anno XIII dell'Era
fascista. Da molti mesi, la ruota del destino, sotto l'impulso
della nostra calma determinazione, si muove verso la mèta
: in queste ore, il suo ritmo è più veloce e inarrestabile
ormai! Non è soltanto un esercito che tende verso i suoi
obiettivi, ma è un popolo intero di 44 milioni di anime,
contro il quale si tenta di consumare la più nera delle
ingiustizie: quella di toglierci un po' di posto al sole. Quando,
nel 1915, l'Italia si gettò allo sbaraglio e confuse le
sue sorti con quelle degli Alleati, quante esaltazioni del nostro
coraggio, e quante promesse. Ma dopo la vittoria comune, alla
quale l'Italia aveva dato il contributo supremo di 670 mila morti,
400 mila mutilati, e un milione di feriti, attorno al tavolo della
pace esosa non toccarono all'Italia che scarse briciole del ricco
bottino coloniale. Abbiamo pazientato tredici anni, durante i
quali si è ancora più stretto il cerchio degli egoismi
che soffocano la nostra vitalità. Coll'Etiopia, abbiamo
pazientato quaranta anni! Ora basta! Alla Lega delle Nazioni,
invece di riconoscere i nostri diritti, si parla di sanzioni.
Sino a prova contraria, mi rifiuto di credere che l'autentico
e generoso popolo di Francia possa aderire a sanzioni contro l'Italia.
I seimila morti di Bligny, caduti in un eroico assalto che strappò
un riconoscimento d'ammirazione dello stesso comandante nemico,
trasalirebbero sotto la terra che li ricopre. Io mi rifiuto, del
pari, di credere che l'autentico popolo di Gran Bretagna, che
non ebbe mai dissidi con l'Italia, sia disposto al rischio di
gettare l'Europa sulla via della catastrofe, per difendere un
paese africano, universalmente bollato come un paese senz'ombra
di civiltà. Alle sanzioni economiche opporremo la nostra
disciplina, la nostra sobrietà, il nostro spirito di sacrificio.
Alle sanzioni militari risponderemo con misure militari, ad atti
di guerra risponderemo con atti di guerra. Nessuno pensi di piegarci
senza avere prima duramente combattuto. Un popolo geloso del suo
onore, non può usare linguaggio, né avere atteggiamento
diverso! Ma, sia detto ancora una volta nella maniera più
categorica, e io ne prendo in questo momento impegno sacro davanti
a voi, che noi faremo tutto il possibile perché questo
conflitto di carattere coloniale non assuma il carattere e la
portata di un conflitto europeo. Ciò può essere
nei voti di coloro che intravvedono in una nuova guerra, la vendetta
dei templi crollati, non nei nostri. Mai, come in questa epoca
storica, il popolo italiano ha rivelato le qualità del
suo spirito e la potenza del suo carattere. Ed è contro
questo popolo, al quale l'umanità deve talune delle sue
più grandi conquiste, ed è contro questo popolo
di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di navigatori, di trasmigratori,
è contro questo popolo che si osa parlare di sanzioni.
Italia proletaria e fascista. Italia di Vittorio Veneto e della
Rivoluzione, in piedi! Fa che il grido della tua decisione riempia
il cielo, e sia di conforto ai soldati che attendono in Africa,
di sprone agli amici e di monito ai nemici, in ogni parte del
mondo grido di giustizia, grido di vittoria!
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