Discorso
pronunciato ad Aprilia il 29 ottobre 1937- anno XVI per l'inaugurazione
di Aprilia
Camerati Contadini!
Io comincio il mio discorso col rivolgervi una domanda: la vostra
memoria è buona? Voi allora ricorderete che un giorno io
venni qui, montai su un trattore, tracciai un perimetro e annunciai
che Aprilia si sarebbe inaugurata il primo giorno dell'anno XVI
dell'Era fascista. Ciò è matematicamente avvenuto
e fra tutti i Comuni sorti sull'Agro Pontino io vi confesso di
nutrire una sfumatura di simpatia per Aprilia, perchè Aprilia
fu fondata durante il periodo della vittoriosa guerra africana,
il giorno centosessantesimo dell'assedio economico. Mi accorgo
anche da questo vostro urlo che avete buona memoria. Con Aprilia
siamo giunti alla quarta tappa del nostro cammino. Quando nell'aprile
del 1938 avremo fondato Pomezia, che inaugureremo il primo giorno
dell'anno diciottesimo dell'Era fascista, potremo dire di avere
vinto questa guerra, potremo dire di avere compiuto in appena
un decennio quello che fu invano tentato durante venti secoli.
C'era tra l'Italia Centrale e quella Meridionale una lacuna e
dal punto di vista dell'agricoltura e dal punto di vista della
popolazione. Questo vuoto è colmato. Là dove non
vivevano che pochi pastori, oggi vivono 60.000 abitanti, tutti
contadini, tutti fedeli alla terra, pionieri meritevoli perciò
di essere posti ancora una volta all'ordine del giorno dell'intera
Nazione. Quello di oggi è un rito particolarmente solenne,
gioioso e pacifico. Poiché il popolo italiano desidera
di essere lasciato al suo lavoro intensissimo nelle terre della
Madre Patria e in quelle dell'Impero. É nell'interesse
di tutti che questo lavoro non sia minimamente turbato. Poiché
io conosco bene i rurali d'Italia e so che essi sono sempre pronti
a far zaino in ispalla e cambiare la vanga col fucile. Desidero
anche aggiungere che gli interessi dei coloni saranno rigorosamente
rispettati. Noi vogliamo, desideriamo che in un periodo di tempo
il più breve possibile i coloni diventino proprietari di
quella terra che essi fecondano col loro sudore. È tenendo
ferma questa solida base rurale e ostacolando lo sviluppo malsano
delle grandi città che noi conserveremo i rapporti normali
ed equilibrati fra le diverse classi della popolazione ed avremo
sempre un popolo forte e arbitro dei suoi destini. Camerati rurali
di Aprilia, di Pontinia, di Littoria e di Sabaudia! Voi potete
contare sulla mia simpatia: è la simpatia di un uomo che
ha l'orgoglio di dirvi che nelle sue vene scorre il sangue di
autentici rurali.
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