Emilio
de Bono
Maresciallo d'Italia
Cassano d'Adda (MI) 1866- Verona 1944
Volontario nella campagna d'Africa del 1887-88, frequenta la scuola
di guerra e nel 1897 ottiene l'idoneità al corso di abilitazione
allo Stato maggiore; nel 1912 è capo di Stato maggiore
dell'Intendenza in Libia. Durante la prima guerra mondiale è
più volte decorato e diventa nel 1918 comandante di corpo
d'armata. Iscrittosi al Fascio nel 1922, diventa uno degli uomini
su cui punta Mussolini per organizzare la milizia fascista, di
cui prepara l'ordinamento. Dopo aver guidato come quadrunviro
la "marcia su Roma", diventa capo della Pubblica Sicurezza
e della MVSN. Dopo il delitto Matteotti si dimette dalla direzione
della Pubblica Sicurezza. Dal 1925 è nominato governatore
della Tripolitania. Richiamato in Italia, nel 1928 diventa sottosegretario
di Stato al ministero della Colonie e nel 1929 ministro. A partire
dal 1930 inizia a elaborare i piani segreti per l'aggressione
dell'Etiopia, e con lo scoppio della guerra, nel 1935, ne comanda
le fasi iniziali, realizzando la conquista di Adua, Axum e Macallè.
Sostituito da Badoglio alla fine di novembre del 1935, è
nominato maresciallo d'Italia, ma non ricopre alcun incarico ufficiale
fino al 1939, quando ispeziona le difese occidentali dell'Italia
e presenta a Mussolini un rapporto sulla situazione morale e materiale
dell'esercito. Nel giugno 1940 assume il comando delle armate
del Sud. Contrario all'entrata in guerra dell'Italia, non svolge
alcun ruolo nel conflitto. Nella seduta del Gran Consiglio del
25 luglio 1943 esprime il primo voto favorevole alla destituzione
di Mussolini, dopo quello di Grandi. Viene arrestato il 4 ottobre
1943, processato a Verona da un Tribunale speciale della RSI e
fucilato l'11 gennaio 1944.
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