Fasci
giovanili di combattimento
Istituiti nel 1929, inquadrarono in un'unica struttura i giovani
fra i 18 e i 21 anni, mentre le ragazze di pari età erano
organizzate nelle Giovani fasciste. Nei Fasci giovanili si completava
l'irreggimentazione iniziata dall'Opera nazionale Balilla, con
i Balilla (8-12 anni) e gli Avanguardisti (13-18 anni). Accoglievano
infatti nello loro file direttamente questi ultimi e anche quanti
facessero apposita domanda di ammissione. Nei propositi del regime
era questa la "leva fascista": il passaggio nei Fasci
giovanili doveva costituire, attraverso un processo selettivo,
un momento chiave nella formazione di quanti sarebbero andati
a infoltire i ranghi del partito o ne avrebbero rinnovato i quadri
dirigenti. I giovani usciti dai Fasci venivano direttamente iscritti
nel PNF. Come i Gruppi universitari fascisti (GUF), i Fasci giovanili
erano essi stessi organi di partito e dipendevano direttamente
dal suo segretario. Nel 1937 vennero unificati con l'Opera italiana
Balilla in un'unica istituzione: la Gioventù italiana del
littorio.
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