Ferdinando (Fernando) Mezzasoma
Arcevia Roma 1907 - Dongo (CO) 1945
Laureato in scienze economico-commerciali e giornalista, si iscrive
al movimento fascista il 30 giugno 1931. La sua carriera politica
in seno al PNF inizia negli anni Trenta, quando viene nominato
segretario del Gruppo universitario fascista (GUF) e membro del
direttorio federale di Perugia (1932-35). Promosso alla carica
di vicesegretario generale dei GUF (1935-37), entra come membro
di diritto nel direttorio nazionale del PNF nel gennaio 1937,
fino a quando il 23 febbraio 1939 viene nominato vicesegretario
del partito, carica che ricopre per oltre tre anni. Nel marzo
1942 è vicepresidente della Corporazione carta e stampa
e direttore generale della stampa italiana presso il ministero
della Cultura popolare, incarichi che detiene fino al 25 luglio
1943, impegnandosi attivamente anche nell'organizzare i Littoriali
della cultura e dell'arte e nel diffondere gli ideali del fascismo
tra le nuove generazioni. Apprezzato giornalista e collaboratore
di vari giornali ufficiali di regime ("Dottrina fascista"
e "Roma fascista", tra i più noti) in cui si
firma con lo pseudonimo di "Diogene", è direttore
dell'"Assalto" di Perugia (1934-35) e condirettore di
"Libro e Moschetto", l'organo dei GUF. Nel 1937 pubblica
Essenza dei GUF, distribuito capillarmente a tutte le organizzazioni
giovanili inquadrate dal regime. Dopo l'8 settembre 1943, diventa
ministro della Cultura popolare nella RSI, scontrandosi ripetutamente
con Junio Valerio Borghese, contrario alla soppressione del suo
foglio personale "Orizzonte". Fedele a Mussolini fino
all'ultimo, decide di seguirlo nella fuga verso la Svizzera. Viene
fucilato dai partigiani insieme ad altri dirigenti fascisti, tra
i quali Pavolini e Zerbino, e a Marcello Petacci, fratello di
Claretta.
|