Dichiarazioni
rese da Leander Cunja, responsabile della Commissione di indagine
sulle Foibe del capodistriano, nominata dal Consiglio esecutivo
dell'Assemblea comunale di Capodistria: " Nel capodistriano
vi sono 116 cavità, delle 81cavità con entrata
verticale abbiamo verificato che 19 contenevano resti umani.
Da 10 cavità sono stati tratti cinquantacinque corpi
umani che sono stati inviati all'Istituto di medicina legale
di Lubiana. Nella zona si dice che sono finiti in Foiba, provenienti
dalla zona di S. Servolo, circa centoventi persone di etnia
italiana e slovena, tra cui il parroco di S. Servola, Placido
Sansi. I civili infoibati provenivano dalla terra di S. Dorligo
della Valle. I capodistriani, infatti, venivano condotti, per
essere deportati ed uccisi, nell'interno, verso Pinguente. Le
Foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come
discariche di varie industrie, tra le quali un salumificio della
zona ".
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