LUIGI FEDERZONI


LUIGI FEDERZONI
Presidente del Senato
Bologna 1878 - Roma 1967
Di famiglia borghese, laureato in lettere con Giosuè Carducci (1900), è redattore al "Resto del Carlino" (1904), poi al "Giornale d'Italia" (1905-1913). Tra i fondatori e i massimi dirigenti dell'Associazione nazionalista italiana, appoggia con entusiasmo la guerra di Libia e nel 1911 fonda il settimanale "L'Idea nazionale". Deputato a Roma nel 1913, con il voto determinante dei cattolici, è interventista e volontario in guerra, dove ottiene una medaglia d'argento e due croci di guerra. Nel 1917 partecipa alla costituzione del Fascio parlamentare di difesa nazionale. Nel dopoguerra svolge un'intensa attività politica e giornalistica. Nel marzo 1922 diventa vicepresidente della Camera e nel governo Mussolini gli viene affidato il ministero delle Colonie. L'anno seguente è tra i fautori della fusione tra nazionalisti e PNF. Nella crisi successiva al delitto Matteotti diventa ministro dell'Interno impegnandosi nella normalizzazione contro il dilagare dello squadrismo. Dopo il discorso di Mussolini alla Camera del 3 gennaio 1925, però, mette in atto con zelo le disposizioni che segnano la definitiva trasformazione del fascismo in regime autoritario e poliziesco. Dimissionario dopo l'attentato di Bologna contro Mussolini (novembre 1926), è ministro delle Colonie fino al 1928, quando entra in Senato (di cui sarà presidente dal 1929 al 1939). Titolare di prestigiose cariche culturali, matura una posizione critica verso il regime. Nel 1938 si pronuncia in Gran Consiglio contro l'emanazione delle leggi razziali e nel corso della seconda guerra mondiale si inizia a parlare di lui come di un possibile sostituto di Mussolini. Collabora con Grandi alla stesura dell'ordine del giorno del 25 luglio 1943, rifugiandosi poi nell'ambasciata del Portogallo presso la Santa Sede. Condannato a morte in contumacia dal Tribunale speciale di Verona della RSI, e, dopo la Liberazione, all'ergastolo dall'Alta Corte di giustizia, fugge in America Latina. Amnistiato nel dicembre 1947, rientra in patria nel 1951. Muore a Roma nel 1967.

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