NASCITA DELLO SQUADRISMO

Sino a questo momento i fasci avevano rispettato la legalità ed il loro comportamento era stato perfettamente democratico. Ciò consente di comprendere il perchè dell'adesione al primo fascismo di personalità d'indiscusso spirito democratico, quali dd esempio Nenni. I partiti più importanti della nazione, cioè il socialista, il repubblicano ed il nuovo partito popolare, tennero dei contatti con il nuovo movimento fascista, cercando di ottenerne l'appoggio almeno per quanto riguardava la proporzionale alle elezioni, che, come ricorderemo, era tra i programmi più immediati nel nuovo movimento politico. Sino al 15 aprile 1919, il fascismo di Mussolini non aveva compiuto nessuna azione di carattere squadrista e violento. Praticamente della sua nascita non s'era ancora accorto nessuno. Ma il 15 aprile avvenne qualcosa che mutò radicalmente l'indirizzo pacifico del movimento, determinandone quel carattere sopraffattorio e violento, che lo avrebbe poi per sempre contraddistinto. Il 15 aprile c'era stato a Milano uno sciopero generale di protesta per l'uccisione, avvenuta il precedente giorno 13, di alcuni dimostranti nel corso di una manifestazione. Lo sciopero si era svolto in modo calmo ed ordinato sino al tardo pomeriggio, quando gli scioperanti deliberarono di riprendere il lavoro all'indomani. Contemporaneamente si formò in piazza del Duomo a Milano una controdimostrazione, ed una notevole massa di controdimostranti, formata da fascisti, si scontrò con una colonna di anarchici che stava ritornando dal comizio, e che non ava accettato la proposta di ritornare il giorno seguente al lavoro. Nacque un grave conflitto tra queste due colonne di folla con alcuni morti. Per rappresaglia una colonna di manifestanti fascisti, costituita soprattutto da arditi, ufficiali in servizio ed in congedo, studenti, futuristi, attaccò la sede dell'"Avanti" in via San Damiano, la invase, distruggendola completamente ed infine la incendiò. Il grave fatto poteva rimanere di per se stesso senza grandi conseguenze, ma Mussolini nei giorni successivi si vantò del delitto e rivendicò per i fascisti la responsabilità e l'"onore" della distruzione della sede dell'"Avanti", e ci tenne a far notare che quando era avvenuto era dovuto all'impeto delle squadre fasciste. Egli intuì in quell'istante la possibilità che si aprivano al suo movimento se avesse condotto la lotta armata contro i poteri costituiti dello stato. La lotta passava dal campo dialettico e democratico alla piazza ed alle armi. L'episodio, infatti, se si esclude quanto era già avvenuto al Teatro alla Scala contro Bissolati, dove tuttavia non si era dato sfogo a violenze fisiche, assunse un aspetto particolare perchè per la prima volta un esponente politico rivendicava la paternità di un delitto, e nel contempo nessun rappresentante del potere costituito osava chiedere che chi ne rivendicava la paternità ne rendesse anche conto alla giustizia; in altri termini iniziava la latitanza del potere costituito, che abdicava silenziosamente ai suoi diritti ed alle sue prerogative. Lo squadrismo venne quindi organizzato a livello nazionale. Fu abbastanza semplice, tenuto conto del gran numero di militari che aderivano al movimento fascista, creare le "squadre d'azione" con compiti punitivi e di lotta armata contro i poteri dello Stato di diritto.

Sede del quotidiano socialista "Avanti"
dopo l'assalto dei fascisti

Tipografia dell'"Avanti" dopo
l'assalto dei fascisti

Esaltazione dell'assalto fascista da parte
del giornale degli arditi del capitano Vecchi

L'ingresso del "Popolo d'Italia"
protetto dal filo spinato


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