OPERE PUBBLICHE E DI BONIFICA INTEGRALE

Il Fascismo ha dato grande impulso ai lavori pubblici destinati ad accrescere l'attrezzatura civile ed economica della Nazione, con una visione unitaria ed organica degli effettivi bisogni del paese e con una celerità e tempestività di esecuzione. L'organicità del programma e la rapidità dell'attuazione sono i due elementi che spiegano come il Fascismo abbia potuto raggiungere, in pochi anni, risultati di gran lunga superiori a quelli raggiunti, nei decenni precedenti, dai passati governi. La rivoluzione fascista trovò questo settore importantissimo della vita nazionale pressoché abbandonato in rapporto al progresso tecnico e alle accresciute esigenze dei paese: regioni scarsamente collegate tra di loro, molte senza acqua, senza scuola; opere languenti come l'Acquedotto Pugliese, la direttissima Bologna-Firenze, la direttissima Napoli-Roma e molta parte del territorio nazionale non solo abbandonato alla sua improduttività ma talora esposto a reali danneggiamenti. Per la liquidazione di questa grave eredità il Fascismo, riorganizzando contemporaneamente i servizi, ha seguito le seguenti direttive: produttività delle spese, graduazione delle necessità e valorizzazione economica e rinascita igienica delle regioni tradizionalmente più trascurate. In virtù di tali criteri, ha abbandonato le opere inutili o superate, ha ripreso quelle che, tra indugi e lentezze, non giungevano mai a compimento e rispondevano tuttavia ad effettivi bisogni; ed altre ne ha iniziato e promosso sulla base di organici piani regolatori. Per la migliore esplicazione di questa larga attività sono stati creati l'Alto Commissariato per la provincia di Napoli, i Provveditorati alle opere pubbliche per il Mezzogiorno e le Isole, l'Ispettorato per la Maremma Toscana, il nuovo ordinamento del Consiglio Superiore dei LL. PP., il Servizio Tecnico Centrale, l'Azienda Autonoma Statale della Strada, gli Ispettorati compartimentali, per le regioni dell'Italia centrale e settentrionale; è stata disciplinata l'attività degli Uffici del Genio Civile, sono state concentrate, presso il Ministero dei LL. PP., quasi tutte le attività tecniche, prima divise fra i vari ministeri, e infine è stata coordinata ed aggiornata la legislazione sulle opere pubbliche. Fra le realizzazioni più importanti conseguite in questo campo bisogna ricordare le opere di utilizzazione idraulica e di bonifica, la sistemazione e la costruzione delle strade ordinarie e delle strade ferrate, le costruzioni marittime e le opere edilizie ed igieniche. La bonifica integrale, stabilita con la Legge Mussolini (24 dicembre 1928, n. 3134), riassume in sé tutti i provvedimenti inerenti alla bonifica del terreno nazionale. La legge ricordata è importante non solo perché ha provveduto a rendere unitario ed organico il piano della bonifica ma anche perché ha disposto i mezzi necessari alla sua esecuzione. La bonifica integrale, legata intimamente al problema dell'accrescimento della popolazione e del miglioramento della razza, riunisce ed armonizza opere idrauliche, opere di trasformazione fondiaria di pubblico interesse ed opere d'irrigazione. Il complesso delle opere pubbliche di bonifica dal 1870 ad oggi ammonta a 5.248 milioni: di esse 3.527 milioni appartengono all'era fascista, 2.082 milioni all'ultimo quadriennio nel quale è stata applicata la Legge Mussolini. Lo Stato non solo ha assunto la massima parte del costo di queste opere pubbliche, ma ha contribuito e contribuisce anche alla esecuzione delle opere di competenza privata, integratrice delle prime. Analoghe facilitazioni finanziarie lo Stato concede ai miglioramenti fondiari privati. Dall'avvento del Fascismo, lo Stato ha concesso sussidi per un importo di 1 miliardo e 492 milioni di lire. Infine sono stati concessi crediti di favore, col concorso dello Stato negli interessi, per un importo comple-sivo di circa un miliardo. Le più significative realizzazioni conseguite nel campo della bonifica sono da ricercarsi nei comprensori delle Paludi Pontine. Dove prima regnavano Io squallore e l'abbandono millenari, ecco i miracoli di Littoria, già costituita provincia, di Sabaudia e della costruenda Pontinia, a testimonianza certa non solo dei risultati della bonifica ma anche del suo significato di redenzione civile ed umana. Ma l'attività del Governo fascista, in tema di lavori pubblici, non si esaurisce nell'opera formidabile della bonifica integrale. Per avere un'idea dello sforzo compiuto bisognerà ricordare che mentre dal '60 al '22 si spesero per lavori pubblici intorno a 11 miliardi; dal '22 al '32, cioè nel primo decennio del Regime, per le stesse categorie di spese di competenza attualmente sia del Ministero dei lavori pubblici sia del Sottosegretario della bonifica integrale e dell'Azienda autonoma della strada, furono effettuati e disposti pagamenti per una somma notevolmente superiore, e che si esprime nella cifra di 17 miliardi e mezzo. A questa cifra imponente bisognerà poi aggiungere quella spesa per opere varie dagli altri Ministeri per arrivare alla somma totale di circa 25 miliardi. Le vie ordinarie di comunicazione, soprattutto l'opera svolta per completare le grandi vie di comunicazione litoranee, per togliere dall'isolamento comuni e cittadine accessibili ancora solo per mulattiere; le meravigliose autostrade (basterà ricordare la Milano-Laghi, la Milano-Brescia, la Torino-Milano, la Napoli-Pompei, la camionabile Genova-Serravalle Scrivia), il ponte di collegamento tra Venezia e la terraferma, co-stituiscono un titolo di altissimo orgoglio per il Peese. A conclusione si può affermare che le nuove strade, le nuove ferrovie, l'attrezzatura dei grandi porti, la sistemazione dei corsi d'acqua, il prosciugamento delle zone paludose, la costruzione delle case coloniche, le opere edilizie hanno rinnovato l'aspetto dell'Italia. Tutte le città italiane grandi e piccole, massime Roma che ha veramente riacquistato lo splendore di città eterna, che da secoli non aveva visto tanto fervore umanistico nel campo dell'archeologia, hanno presso che mutato il loro nuovo aspetto: nuovi quartieri, nuove strade, edifici pubblici veramente degni, sono stati costruiti, insieme con abitazioni più consone ai bisogni della vita moderna. Si pensi che a Roma si costruiscono in media 30.000 vani per anno. A questa febbre di modernità e di lavoro, fa riscontro il culto degli antichi monumenti, onde il Fascismo, per la grande massa di scavi archeologici che ha promossi, disseppellisce e rinnova in tutta Italia e nel mondo i segni della sua gloriosa civiltà, che nelle istituzioni e nel-l'opera quotidiana esso richiama in vita, mirabilmente fondendo antico e nuovo. L'Italia fascista ha raccolto e raccoglie nell'alto Egitto e nella Transgiordania, nelle isole, di Creta e di Lemmo, sulle coste dell'Albania e dell'Anatolia, e soprattutto in Tripolitania (Leptis Magna, Sabratha) e in Cirenaica, un vastissimo materiale che un comitato centrale per le missioni e gli studi archeologici all'estero studia e coordina. Scavi metodici sono stati compiuti in ogni parte della penisola, da Ostia a Trieste, dalle navi romane di Nemi agl'ipogei etruschi di Veio, da Pompei ad Agrigento, da Paestum a Cuma. Memorabili nel tempo i giganteschi scavi di Ercolano voluti dal Duce a spese dello Stato. Tra le costruzioni ferroviarie basterà ricordare la direttissima Roma-Napoli, la Bologna--Firenze e finalmente il piano di lavoro per la 'elettrificazione della Napoli-Reggio, allo scopo di unire il più rapidamente possibile e col minimo d'inconvenienti l'estrema Italia al continente. Quanto alle opere marittime ricorderemo i lavori imponenti compiuti nei porti di Venezia, Genova, Napoli, Trieste, Livorno, Catania, Siracusa, Messina. Grande impulso è stato dato all'edilizia e all'urbanistica, le scuole si sono notevolmente avvantaggiate dell'opera provvida del Governo, e l'edilizia scolastica ha fatto passi giganteschi: basterà ricordare quel ch'è stato fatto a Roma e a Milano. Ma l'azione dello, Stato non si limita all'edilizia scolastica: case per il popolo, case per gli impiegati, ricostruzione delle zone, danneggiate da terremoti (Marsica, Calabria, Sicilia, Vulture, Marche), acquedotti (basterà per tutti l'Acquedotto pugliese). S'aggiunga infine il programma della casa rurale annunciato dal Duce alla seconda assemblea quinquennale e che dovrà assicurare a tutti i contadini d'Italia una casa sicura e confortevole.

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