Terminata
la guerra il governo di Vittorio
Emanuele Orlando potè ottenere alla Camera conferma della
fiducia del Paese verso il suo programma. Ciò almeno in apparenza.
Il 27 novembre del 1918 infatti il governo, posta la questione della
fiducia, ottenne 325 voti a favore e soli 33 contrari. Poteva quindi
sembrare che il governo godesse di un 'ampia maggioranza parlamentare.
Invece nella realtà dei fatti la situazione era ben diversa.
Era infatti scoppiato immediatamente un insanabile dissidio fra
Bissolati e Sonnino, cioè fra due degli elementi più
qualificanti e qualificati del governo.
"Si spezzò... il fronte unico degli antichi interventisti;
e alla collaborazione, sia pur fredda e condizionata, subbentrò
una fiera polemica fra quelli che stavano fermi al patto di Londra
e quelli che volevano transigere e rinunziare"; fra quelli
che abbandonavano agli Slavi la Dalmazia per aver Fiume, quelli
che pretendevano la Dalmazia e Fiume e altro ancora, compreso o
no nel patto di Londra". Sonnino, che il 26 aprile del 1915
aveva negoziato con Francia, Inghilterra e Russia al Patto di Londra,
restava legato con caparbietà alle promesse contenute in
questo documento. Secondo il Patto di Londra, a guerra finita e
vinta, all'Italia sarebbe toccato:
a)il Trentina, di lingua italiana; b ) il Sudtirolo, del tutto tedesco);
c) Trieste e Gorizia di lingua italiana; d) gli interlands di queste
due città, per la maggior parte slovena e ) la Dalmazia e
le isole dalmate, quasi del tutto slovene, se si eccettuano alcune
città della costa, quali Zara e Fiume; f) protettorato di
fatto e di diritto in Albania e nelle isole del Dodecaneso; g) concessioni,
da trattare a parte, in Medio Oriente ed in Afica, a compenso dei
guadagni territoriali effettuati dalle altre potenze alleate a spese
dei tedeschi e dei turchi. Alla fine della guerra però erano
mutati molti oggetti e soggetti del trattato, fatto questo che,
all'atto della firma del trattato era imprevedibile. Infatti al
tavolo della pace c'erano adesso non soltanto gli italiani, gli
inglesi ed i francesi, bensì anche gli Stati Uniti, che a
suo tempo, essendo neutrali, non avevano sottoscritto il Patto di
Londra, di conseguenza non lo riconoscevano. In secondo luogo l'Impero
austro-ungarico era stato smembrato (mentre il Patto di Londra ne
prevedeva la sopravvivenza) e da esso erano sorti nuovi stati nazionali.
In particolare a noi italiani interessava la nascita dello stato
jugoslavo. Infine Wilson, con i suoi 4 punti, accettati in linea
di principio anche dall'Italia, aveva posto la "nazionalità"
come principio fondamentale per segnare i nuovi confini politici
degli stati. AIl'atto dell'intervento americano nessuno si preoccupò
di fare accettare anche agli Stati Uniti il Patto di Londra, e bisognosi
tutti di 'ingraziarsi il prezioso alleato, si fece gara ad enunciare
e a sbandierare i 14 punti di Wilson, anche se in effettii pochi
della vecchia classe politica credevano nelle utopie wilsoniane.
Tutti pensavano di potersi servire degli ingenui americani, per
scaricarli poi a guerra finita, facendo ognuno i propri interessi
nazionali. Con maggiore lungimiranza, Bissolati, che aderiva effettivamente
allo spirito dei 14 punti di Wilson, era d'idee del tutto diverse
ed opposte, rispetto a quelle di Sonnino, egli era contrario alla
annessione del Sudtirolo, abitato da popolazione tedesca, e alla
annessione della Dalmazia, abitata da popolazione slava. Tali annessioni
erano ingiustee avrebbero condotto inevitabilmente a nuove guerre...
Gli inviati italiani dovevano rinunciare alla Dalmazia e chiedere
invece Fiume... Inoltre... gli inviati italiani... avrebbero dovuto
aiutare Wilson per creare la Società delle Nazioni, forma
superiore della vita internazionale, per far sì che la guerra
raggiungesse lo scopo sacrosanto di liberare l'uomo dalla schiavitù
della guerra ".
Tuttavia la proposta di Bissolati non tro'vò d ' accordo
Orlando e Sonnino, sicchè il '"soldato delI'intesa",
così Bissolati era definito, il 28 dicembre del 1918 si dimise
dal governo Orlando trovandosi in disaccordo profondo con l'indirizzo
prevalente del governo in politica estera.
Tutti questi dissidi e queste "liti in famiglia", divulgate
daglI organi d'informazione, portarono l'ltalia ad acquisire "la
psicologia di una nazione sconfitta".
Ai primi di gennaio giunse in visita ufficiale in Italia il presidente
Wilson. Il 3 ed il 4 Gennaio egli fu a Roma, accolto con onori solenni
da un vero tripudio di popolo. Egli ribadì in tutte le circostanze
ed in tutti i suoi discorsi, la fedeltà del suo paese ai
14 punti, e la sua speranza che la Società delle Nazioni
potesse, nascendo, costituire per l' avvenire una sicurezza Contro
tutte le guerre. Il giorno 4 Wilson s'incontrò con Bissolati,
effettuando un gesto di vera scortesia nei confronti del presidente
Orlando, ch 'egli sapeva in netto contrasto con il "rinunciatario"
Bissolati. Successivamente Wilson si recò a Milano, anche
qui accolto entusiasticamente. Il giorno 1 a Milano si ebbe al Teatro
alla Scala una riunione della Associazione dei Fautori della Società
delle Nazioni. Nel corso di questa riunione era previsto l'intervento
di Bissolati, il quale avrebbe approfitato della occasione per ribadire
i suoi concetti di fedeltà alla Società delle Nazioni.
"
Ritorneremo su questo episodio, in quanto nella realtà dei
fatti a Bissolati venne impedito di parlare ; e questa fu la prima
spedizione dei fascisti a carattere violento e sopraffattivo; essi
infatti non consentirono a Bissolati di farsi comprendere dall'uditorio,
e di portare a termine ill suo discorso. Il 15 gennaio anche Nitti,
solidale con Bissolati si dimise. Tuttavia Nitti, uomo senz'altro
politicamente più dotato, evitò le dichiaraziohi plateali,
tipo quelle già rese dal ministro Bissolati, preferendo restare
in disparte in attesa di un momento migliore. Sicchè Orlando
si vide costretto a rimaneggiare profondamente il suo governo.
Uscirono dal governo : Nitti, Bissolati e Sacchi, capo dei radicali;
entrarono al loro posto De Nava, Facta (della corrente giolittiana),
Girardini e Riccio (della corrente di Salandra). Nella realtà
dei fatti tra il presidente Ornlado e Sidney Sonnino non vi era
perfetto accordo.. Orlando era senz'altro più flessibie nei
confronti della nascente Jugoslavia, e di ciò aveva già
dato prova nel 1918, quandoera stato "convocato a Roma, sotto
la presidenza del senatore Ruffini, un congresso delle nazionalità
oppresse. Quest'ultimo diede origine al "Patto di Roma ",
nel quale fu affermato che l'unità e l'indipendenza della
Jugoslavia costituivano un "intresse vitale" per l'Italia".
Tuttavia non bisogna pensare che soltanto Bissolati facesse parte
della corrente rinunciataria, in vero, accanto al "soldato
dell'Intesa" c'erano uomini d 'ideologie diverse come Giolitti,
Turati, Nitti e Salvemini.Appoggiavano inoltre le idee di questi
uomini giornali quali "IL Corriere della Sera", "II
Secolo" e l' "Avanti".
Si opponevano ai "rinunciatari", e stavano quindi accanto
a Sonnino, i gruppi politici "che facevano capo a Mussolini,
Barbirai D' Annunzio, i quali esigevano tutto quello che era stato
promesso all'Italia nel Trattato di Londra e magari anche qualcosa
di più.
Mussolini, nella sua qualità di firmatario del Patto di Roma,
teneva i piedi in due staffe e stava già cercando di essere
l'uomo di tutti e di tutto."
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Componenti della
commissione
d'inchiesta per caporetto
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