LA STRAGE
AL TEATRO DIANA

La sera del 23 marzo 1921, presso il Teatro Diana di Milano, si svolgeva la rappresentazione di un'operetta di Lehar. Alla fi-ne del secondo atto scoppiò una potente bomba, che provocò una vera strage tra gli spettatori e gli orchestrali. Vi furono 17 morti e numerosi feriti, oltre settanta. Molti rimasero mutilati.
I fascisti ancora una volta ebbero buon gioco ad accusare i socialisti e gli anarchici della strage. In effetti le indagini, che riuscirono ad individuare gli autori della stessa, si conclusero nel '22, con la condanna di due anarchici, fanatici ed individualisti, ma dimostrarono anche l'assoluta estraneità dei socialisti all'orrendo delitto.
Pochi giorni dopo la strage del Diana si ebbe un altro attentato con bombe a Foligno contro alcuni soldati d'artiglieria. Due bombe, esplose contro di questi, provocarono tre morti e 15 feriti.
Tutto ciò, questo continuo stillicidio di morti e di attentati gravissimi, contribuì a creare l'idea, largamente diffusa, secondo la quale era indispensabile in Italia trovare un uomo ed un partito forte in grado di rimettere ordine ad uno stato in completo sfacelo. L'unico partito in grado di assicurare quest'azione di forza e d'ordine sembrò essere il partito fascista, che continuò a dif-fondersi ed a diventare partito di massa.


L'interno del teatro Diana dopo l'esplosione

L'anarchico Mariani
autore dell'attentato

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