Valore
e missione dello Stato
Caposaldo della dottrina fascista è la concezione dello
Stato, della sua essenza, dei suoi compiti, delle sue finalità.
Per il Fascismo lo Stato è un assoluto, davanti al quale
individui e gruppi sono il relativo. Individui e gruppi sono
"pensabili" in quanto siano nello Stato. Lo Stato
liberale non dirige il giuoco e lo sviluppo materiale e spirituale
delle collettività, ma si limita a registrare i risultati;
lo Stato fascista ha una sua consapevolezza, una sua volontà,
per questo si chiama uno Stato "etico". Nel 1929 alla
prima assemblea quinquennale del regime io dicevo: per il Fascismo
lo Stato non è il guardiano notturno che si occupa soltanto
della sicurezza personale dei cittadini; non è nemmeno
una organizzazione a fini puramente materiali, come quella di
ga-rantire un certo benessere e una relativa pacifica convivenza
sociale, nel qua! caso a realizzarlo basterebbe un consiglio
di amministrazione; non è nemmeno una creazione di politica
pura, senza aderenze con la realtà materiale e complessa
della vita dei singoli e di quella dei popoli. Lo Stato cosi
come il Fascismo Io concepisce e attua è un fatto spirituale
e morale, poiché concreta l'organizzazione politica,
giuridica, economica della Nazione, e tale organizzazione è,
nel suo sorgere e nel suo sviluppo, una manifestazione dello
spirito. Lo Stato è garante della sicurezza interna ed
esterna, ma e anche il custode e il trasmettitore dello spirito
del popolo così come fu nei secoli elaborato nella lingua,
nel costume, nella fede. Lo Stato non è soltanto presente,
ma è anche passato e soprattutto futuro. È lo
Stato che trascendendo il limite breve delle vite individuali
rappresenta la coscienza immanente della nazione. Le forme in
cui gli Stati si esprimono, mutano, ma la necessità rimane.
È lo Stato che educa i cittadini alla virtù civile,
li rende consapevoli della loro missione, li sollecita all'unità
armo-nizza i loro interessi nella giustizia; tramanda le conquiste
del pensiero nelle scienze, nelle arti, nel diritto, nell'umana
solidarietà; porta gli uomini dalla vita ele-mentare
della tribù alla più alta espressione umana di
potenza che è l'impero; affida ai secoli i nomi di coloro
che morirono per la. sua integrità o per obbedire alle
sue leggi; addita come esempio e raccomanda alle generazioni
che verranno i capitani che lo accrebbero di territorio e i
geni che lo illuminarono di gloria. Quando declina il senso
dello Stato e prevalgono le tendenze dissociatrici e centrifughe
degli individui o dei gruppi, le società nazionali volgono
al tramonto.