Questa
personalità superiore è bensì nazione in quanto
è Stato. Non è la nazione a generare lo Stato, secondo
il vieto concetto naturalistico che servi di base alla pubblicistica
degli Stati nazionali nel secolo XIX. Anzi la nazione è creata
dallo Stato, che dà al popolo, consapevole della propria unità
morale, una volontà, e quindi un'effettiva esistenza. Il diritto
di una nazione all'indipendenza deriva non da una letteraria e ideale
coscienza del proprio essere, e tanto meno da una situazione di fatto
pii o meno inconsapevole e inerte, ma da una coscienza attiva, da
una volontà politica in atto e disposta a dimostrare il proprio
diritto: cioè, da una sorta di Stato già in fieri. Lo
Stato infatti, come volontà etica universale, è creatore
del diritto.(20) |
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(20)
Una
nazione esiste in quanto è un popolo. Un popolo ascende in
quanto sia nUmeroso, laborioso e ordinato. La potenza è la
risultante di questo fondamentale trinomio. Il Fascismo non nega lo
Stato; afferma che una società civica nazionale o imperiale
non può essere pensata che sotto la specie di Stato. Per noi
la nazione è soprattutto spirito e non soltanto territorio.
Ci sono Stati che hanno avuto immensi territori e che non lasciarono
traccia alcuna nella storia umana. Non è soltanto numero, perché
si ebbero, nella storia, degli Stati piccolissimi, microscopici, che
hanno lasciato documenti memorabili, imperituri nell'arte e nella
filosofia. La grandezza della nazione è il complesso di tutte
queste virtù, di tutte queste condizioni. Una nazione è
grande quando traduce nella realtà la forza del suo spirito.
Noi vogliamo unificati la nazione nello Stato sovrano, che è
sopra di tutti e può essere contro tutti perché rappresenta
la continuità morale della nazione nella storia. Senza lo Stato
non c'è nazione. Ci sono soltanto degli aggregati umani, suscettibili
di tutte le disintegrazioni che la storia può infliggere loro.
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