Parole
pronunciate a Roma il 31 luglio 1926 per l'inaugurazione del
ministero delle corporazioni
Signori!
La cerimonia inaugurale odierna sta a nuovamente dimostrare
che il regime procede metodicamente nella realizzazione delle
sue riforme, destinate a cambiare fisonomia allo Stato, a creare
cioè il nostro Stato: lo Stato fascista. Il Ministero
delle Corporazioni non è un organo burocratico e nemmeno
vuole sostituirsi alle organizzazioni sindacali nella loro azione
necessariamente autonoma, diretta ad inquadrare, selezionare,
migliorare i loro aderenti. Il Ministero delle Corporazioni
è l'organo per cui, al centro o alla periferia, si realizza
la corporazione integrale, si attuano gli equilibri fra gli
interessi e le forze del mondo economico. Attuazione possibile
sul terreno dello Stato, perché solo lo Stato trascende
gli interessi contrastanti dei singoli e dei gruppi, attuazione
resa più spedita dal fatto che tutte le organizzazioni
economiche riconosciute, garantite, tutelate nello Stato corporativo,
vivono nell'orbita comune del Fascismo: accettano cioè
la concezione dottrinale e pratica del Fascismo. Sono guidate
da uomini iscritti regolarmente al partito. Né potrebbe
essere altrimenti. L'esperimento fascista, che ha preciso inizio
oggi con l'inaugurazione ufficiale del Ministero delle Corporazioni,
è seguito con interesse crescente da uomini di Stato,
da politici, da studiosi di tutto il mondo. Sono certo che esso
riuscirà pienamente e segnerà la strada agli altri.
V'è un altro fattore che giustifica la nostra certezza
ed è il senso di consapevole, laboriosa disciplina di
cui offre testimonianza superba da ormai quattro anni tutto
il popolo italiano. La gente del lavoro fu sino a ieri misconosciuta
o negletta dallo Stato vecchio regime. La gente del lavoro si
accampò fuori dello Stato e contro lo Stato. Oggi tutti
gli elementi della produzione, il capitale, la tecnica, il lavoro,
entrano nello Stato, e vi trovano gli organi corporativi per
l'intesa e la collaborazione, nonché, in dannata ipotesi,
il ricorso supremo alla magistratura del lavoro. Non si esagera
affatto chiamando rivoluzionario, nello spirito e negli istituti,
questo complesso di riforme in altri paesi tentate, ma non mai
condotte alla loro logica compiutezza come osa fare il regime
fascista. Mando ai capi, agli organizzati delle tredici confederazioni
ed ai funzionari del nuovo Ministero, il più cordiale
mio saluto.
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