II
21 marzo del 1919 è la data nella quale ebbe inizio il movimento
fascista (ancora non organizzato a partito). Esso iniziò come
movimento a carattere locale e non nazionale: nacque infatti a Milano,
come gruppo milanese, con la speranza di estendersi però in
breve in tutta Italia. Mussolini che diventò sin dall'inizio
il capo del neonato movimento, riunì appunto il 21 marzo i
suoi amici deciso "a continuare all'interno la guerra combattuta
contro il nemico esterno. In questo tema iniziale è contenuta
tutta la storia posteriore del fascismo fino alla marcia su Roma e
oltre guerra civile per la conquista del potere." Facevano parte
di questo primo fascio milanese alcuni sindacalisti ed arditi, che
dettero al nuovo movimento un'impronta particolare. Ricorderemo tra
i primi componenti dei fasci milanesi Michele Bianchi, Mario Giampaoli,
Ferruccio Vecchi, oltre a Filippo
Tommaso Marinetti, presente in tutta la vita del nuovo movimento
fascista. Tutti uomini provenienti dall'arditismo, ex-combattenti
e futuristi. Il 23 marzo 1919 ci fu una riunione di questi primi e
pochi componenti del fascismo in piazza San Sepolcro a Milano. In
questa circostanza venne pubblicato il programma del nuovo movimento.
Esso diceva italiani ecco il programma nazionale di un movimento sanamente
italiano rivoluzionario perchè antidogmatico e antidemagogico;
fortemente innovatore, perchè antipregiudizievole. Noi poniamo
la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto
e di tutti. Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici,
scolastici, coloniali ecc., li tracceremo quando avremo creato la
classe dirigente. Per il problema politico: a) Suffragio universale
a scrutinio di lista regionale con rappresentanza proporzionale, voto
ed eleggibilità per le donne. b) Il minimo di età per
gli elettori abbassato ai 18 anni, quello per i deputati ai 25 anni.
c ) L'abolizione del Senato. d) La convocazione di una Assemblea Nazionale
per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire
la forma di costituzione dello Stato. e) La formazione di Consigli
nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dell'igiene sociale,
delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività professionali
e di mestiere, con poteri legislativl, e col diritto di eleggere un
Commissario generale con poteri di Ministro. Per il problema sociale:
Noi vogliamo a) La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato
che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore
di lavoro. b) I minimi di paga. c) La partecipazione dei rappresentanto
dei lavoratori al funzionamento tecnico delI'industria. d) L'affidamento
alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente
e tecnicamente ) della gestione di industrie o servizi pubblici. e)
La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie
dei trasporti. f) Una necessaria modificazione del progetto di legge
di assicurazione sull'invalidità e sulla vecchiaia, abbassando
il limite di età proposto attualmente da 65 anni a 55 anni.
Per il problema militare: Noi vogliamo a) L'istituzione di una milizia
nazionale, con brevi periodi d 'istruzione e compito esclusivamente
difensivo. b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e
di esplosivi. c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare
nelle competizioni pacifiche della civiltà la nazione italiana
nel mondo. Per il problema finanziario : Noi vogliamo a) Una forte
imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia
la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze. b)
Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni e l'abolizione di
tutte le mense vescovili, che costituiscono una enorme passività
per la Nazione, e un privilegio di pochi. c) La revisione di tutti
i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85 per cento
dei profitti di guerra."Si trattava quindi di un programma molto
di sinistra, evidentemente Mussolini non riusciva ancora a dimenticare
la sua matrice socialista, ed ancora i suoi ideali erano di un socialismo
massimalista. Mussolini vagheggiava ancora ideali di socialismo integrale
con una certa confusione d'idee piuttosto notevole. Ma ben sappiamo
come le contraddizioni fossero sempre la nota saliente del suo pensiero.
Questo programma venne comunque discusso per due giorni dai componenti
il nucleo dei così detti "sansepolcristi". Secondo
quanto riferisce lo stesso Mussolini esso venne sottoscritto da 54
persone, cioè poco meno della metà dei convenuti in
Piazza San Sepolcro. Non si ebbe una pubblicazione formale con un
comunicato ufficiale della riumone, tuttavia "Il Popolo d'Italia",
che era il portavoce delle idee mussoliniane, pubblicò una
serie di articoli, enunziando i vari postulati del programma, ed effettuandone
un ampio commento. Ben presto Mussolini comprese la necessità
di non cristallizzarsi in un preciso programma. In tal senso egli
affermò il suo diritto di evitare pregiudiziali, essendo egli
legato soltanto alla realtà del momento. In altri termini il
suo pensiero incominciò ad essere antideologico, antintellettualista
e di conseguenza pragmatista.
In marzo si costituirono nuovi fasci a Genova, a Bergamo, Verona,
Treviso, Napoli; nel successivo aprile a Pavia, Brescia, Cremona,
Trieste, Parma, Bologna e Roma. A Bologna spiccava tra i fondatori
dei fasci la personalità di Pietro Nenni; a Roma quella del
Carli e del Bottai. Nel mese di maggio venne costituito il fascio
di Firenze dagli studenti Dumini ed ltalo Balbo. Nel complesso i fasci
riuscirono a diffondersi in tutt'Italia, anche se rimanevano molto
lontani dalle speranze di Mussolini, che si era illuso di potere ottenere
in due mesi migliaia di fasci in tutta Italia; è inoltre importante
notare come a ciascun fascio aderissero soltanto piccoli nuclei di
uomini, una vera aristocrazia che non faceva di certo sperare in un
successo di massa.
|
Mussolini e i
suoi segfuaci alla fine
della riunione di Piazza San Sepolcro
|