Il PROGRAMMA FASCISTA
ALLE ELEZIONI DEL 1921

Il discorso più importante, pronunciato da Mussolini nel corso della campagna elettorale del '21, fu quello del 3 aprile a Bologna presso il Teatro Comunale, dove appunto si svolse un comizio dei fascisti. In esso Mussolini affermò che la nascita del movimento fascista era dovuta alla contrapposizione della "nostra stirpe ariana e mediterranea... che si è sentita minacciata nelle ragioni essenziali della esistenza da una tragica follia e da una favola mitica che oggi crolla a pezzi nel luogo stesso dove è nata". In altri termini egli affermò che il fascismo sarebbe nato come naturale contrapposizione al bolscevismo. Queste affermazioni dei fascisti dettero vita in seguito al mito dell'Italia salvata dal bolscevismo dalle "camicie nere". E' stato invece già ben chiarito come il tentativo insurrezionale rosso e bolscevico, fosse già da ritenersi fallito con il fallimento dell'occupazione delle fabbriche. Mussolini quindi continuò il suo discorso, affermando che, se l'Italia aveva ottenuto i confini del Brennero, del Nevoso e Fiume, lo doveva alle strenue lotte dei fascisti. Continuava quindi il discorso di Mussolini, con la teorizzazione della violenza, già sperimentata con successo: "Ma ancora non è finito l'avvento di questo fascismo, di questo movimento straripante, di questo movimento giovane, ardimentoso ed eroico. Io solo qualche volta, io che rivendico la paternità di questa mia creatura così traboccante di vita, io posso qualche volta sentire che il movimento ha già straripato dai modesti confini che gli avevo assegnato. Infine noi fascisti abbiamo un programma ben chiaro: noi dobbiamo procedere innanzi preceduti da una colonna di fuoco, perchè ci si calunniava e non ci si voleva comprendere. E per quanto si possa deplorare la violenza, è evidente che noi per imporre le nostre idee ai cervelli dovevamo a suon di randellate toccare i crani refrattari. Ma noi non facciamo della violenza una scuola, un sistema o peggio una estetica. Noi siamo violenti tutte le volte che è necessario esserlo. Ma vi dico subito che bisogna conservare alla violenza necessaria del fascismo una linea, uno stile nettamente aristocratico o se meglio vi piace nettamente chirurgico. Le nostre spedizioni punitive, - continuava Mussolini nel suo discorso - tutte quelle violenze che occupano le cronache dei giornali, devono avere sempre il carattere di una giusta ritorsione e di una legittima rappresaglia. Perchè noi siamo i primi a riconoscere che è triste dopo avere combattuto contro i nemici di fuori combattere ora contro i nemici di dentro che vogliono o non vogliono sono italiani anch'essi. Ma è necessario, e fin che sarà necessario assolveremo al nostro compito in questa dura e ingrata fatica". Quindi Mussolini dopo avere respinto le accuse di essere "venduto ai pescicani o all'agraria", e dopo avere criticato in particolare i socialisti con la loro "stolta" politica, espresse le sue nuove idee in fatto di diritti e doveri sociali dei cittadini. "E' stolto ed assurdo dipingerci come nemici della classe lavoratrice e laboriosa, - affermò Mussolini - noi ci sentiamo fratelli in ispirito con coloro che lavorano: ma non facciamo distinzioni assurde, ma non mettiamo al primo piano il callo, specie se è al cervello. Noi non mettiamo sugli altari la nuova divinità del lavoro manuale. Per noi tutti lavorano... Noi vogliamo appunto che tutti i lavori si compendino e si integrino a vicenda: vogliamo che tra spirito e materia, fra cervello e braccio si realizzi la comunione, la solidarietà della stirpe... Diciamo a tutti: fate largo che passa la giovinezza d'Italia che vuole imporre la sua fede e la sua passione. E se voi non farete spontaneamente largo, voi sarete travolti dalla nostra universale spedizione punitiva che raccoglierà in un fascio gli spiriti liberi della nazione italiana". "Altro elemento di vita del fascismo -aggiunse Mussolini - è orgoglio della nostra italianità. A questo proposito sono lieto di annunziarvi che abbiamo già pensato alla giornata fascista: se i socialisti hanno il primo maggio, se i popolari hanno il 15 maggio... noi fascisti (avremo) il Natale di Roma, il 21 aprile. In quel giorno noi, nel segno di Roma Eterna, nel segno di quella città che ha dato due civiltà al mondo e darà la terza, noi ci riconosceremo e le legioni regionali sfileranno col nostro ordine che non è militaresco e nemmeno tedesco, ma semplicemente romano. Noi anche così abbiamo abolito e tendiamo ad abolire il gregge, la processione: noi aboliamo tutto ciò e sostituiamo a queste forme di manifestazioni passiste la nostra marcia che impone un controllo individuale ad ognuno, che impone a tutti un ordine ed una disciplina. Perchè noi vogliamo appunto instaurare una solida disciplina nazionale, perchè pensiamo che senza questa disciplina l'Italia non può divenire la nazione mediterranea e mondiale che è nei nostri sogni". Questo discorso contiene in nuce tutti i più importanti e ricorrenti motivi del fascismo: ecco perchè lo abbiamo riportato, almeno nelle sue parti essenziali.




Propaganda elettorale fascista





Manifesto elettorale
fascista




L'onorevole Mussolini insieme a
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